Credevo che il mio viaggio fosse giunto alla fine mancandomi oramai le forze. Credevo che la strada davanti a me fosse chiusa e le provviste esaurite. Credevo che fosse giunto il tempo di trovare riposo in una oscurità pregna di silenzio. Scopro invece che i tuoi progetti per me non sono finiti e quando le parole ormai vecchie muoiono sulle mie labbra nuove melodie nascono dal cuore; e dove ho perduto le tracce dei vecchi sentieri un nuovo paese mi si apre con tutte le sue meraviglie. -Da Gitanjali -
Afferro le sue mani
e la stringo al mio petto.
Tento di riempire le mie braccia
della sua bellezza,
di depredare con i baci
il suo dolce sorriso,
di bere i suoi bruni sguardi
con i miei occhi.
Ma dov'è?
Chi può spremere l'azzurro dal cielo?
Cerco di afferrare la bellezza;
essa mi elude
lasciando soltanto il corpo
nelle mie mani.
Stanco e frustrato mi ritraggo.
Come può il corpo toccare
il fiore che soltanto
lo spirito riesce a sfiorare?
Chi
sei tu, lettore che leggi
le mie parole tra un centinaio d'anni?
Non posso inviarti un solo fiore
della ricchezza di questa primavera,
una sola striatura d'oro
delle nubi lontane.
Apri le porte e guardati intorno.
Dal tuo giardino in fiore cogli
i ricordi fragranti dei fiori svaniti
un centinaio d'anno fa.
Nella gioia del tuo cuore possa tu sentire
la gioia vivente che cantò
in un mattino di primavera,
mandando la sua voce lieta
attraverso un centinaio d'anni.
Hai colorato
i miei pensieri
e i miei sogni,
con gli ultimi riflessi
della tua gloria,
Amore,
trasfigurando
la mia vita
per la prossima bellezza
della morte.
Come il sole,
al tramonto,
ci lascia intravedere
un angolo di cielo,
hai mutato il mio dolore
in gioia immensa.
Per incanto, Amore,
vita e morte
sono diventate
per me
la stessa grande
meraviglia
Dirò il Tuo nome sedendo solitario tra l'ombra dé miei
silenziosi pensieri.
Lo dirò senza parole, lo pronuncerò senza proposito.
Giacchè io somiglio a bimbo che chiami la madre cento volte,
felice di poter dire: "Mamma."
Nella mia vita giovenile somigliavo ad un fiore
ad un fiore che possa, nel suo rigoglio, perdere senza pena uno o due petali,
quando la brezza primaverile picchia limosinante alla sua porta.
Or, sul tramonto, somiglio ad un frutto,
che non ha nulla da prodigare, e vuole offerirsi intero,
così com'è, grave di dolcezza.
Era un giorno in cui non mi ero preparato per riceverti. Entrando nel mio cuore come un qualsiasi non invitato sconosciuto imprimesti il segno dell'eternità agli attimi fuggenti della mia vita. Oggi per caso faccio luce su di essi vedo il tuo sigillo e li scopro perduti nella polvere mescolati con le gioie e i dolori dei giorni futili e dimenticati. Allora tu non ti allontanasti con disprezzo dai miei giochi infantili nella terra e i passi che sentii nella stanza sono gli stessi che oggi sento risuonare di stella in stella. -Da Gitanjali-
Mi fermerò, senza dubbio stupito, se mai ci ritroveremo in una vita futura, nel cammino e alla luce d'un altro mondo lontano. Capirò che i tuoi occhi, simili alle stelle dell'alba, sono appartenuti a questo cielo notturno, e dimenticato, d'una vita passata. Sì, comprenderò che la magia del tuo viso è pronta ancora al balenare appassionato del mio sguardo in un incontro immemorabile, e che al mio amore tu devi un mistero di cui non conosci più l'origine. - da Petali sulle ceneri - Ho sognato che lei, seduta vicino al mio letto, mi sollevava dolcemente con le mani i capelli, facendomi sentire la gentilezza delle sue dita. Guardavo il suo viso, Lottando con le lacrime che mi offuscavano lo sguardo, finché il languore delle sue dolci parole mi fermò il sogno, come una luce iridescente. Mi sono alzato e ho visto sopra la mia finestra il mondo silenzioso e palpitante della Via Lattea, chiedendomi se anche lei avesse avuto un sogno simile al mio. - da Dono d'amore - La coppa della mia vita trabocca del miele con cui l'hai riempita. Tu non lo sai, tu non lo sai. Come il fiore che, nascosto, innonda la notte di profumo, hai colmato il mio cuore. Tu non lo sai, tu non lo sai. E' giunto il momento di separarci. Solleva il tuo bel viso e guardami; morendo a me stesso offrirò ai tuoi piedi la mia vita che non hai conosciuto. Possa la silenziosa sera di segreto dolore, finire in quest'ora notturna! - da Passando all'altra riva - Nessuno sa di dove viene il sonno che aleggia sugli occhi dei bambini? Si. Si dice che abiti laggiù, in un villaggio incantato, dove, tra le ombre d'una fitta foresta fiocamente illuminata dalle lucciole, splendidi pendono due timidi fiori. Ecco di dove viene il sonno a baciare il sonno dei bambini. Nessuno sa dove nacque il sorriso che ondeggia sulle labbra dei bambini che dormono? Si, si dice che un giovane pallido raggio di luna crescente abbia sfiorato il lembo d'una leggera nuvola autunnale; e così, nel sogno di un mattino bagnato di rugiada, per la prima volta nacque il sorriso che ondeggia sulle labbra dei bambini che dormono. Nessuno sa dove a lungo nascose la dolce e tenera freschezza che fiorisce sulle membra dei bambini? Si. Quando la madre era ancor giovinetta, la portava nel cuore colmo del mistero delicato e silenzioso dell'amore: là sbocciò la dolce e tenera freschezza che fiorisce sulle membra dei bambini. -Da Gitanjali - poesia 61-Tagore nasce a Calcutta 6 maggio 1861 Premio nobel per la letteratura 1913 Muore a Calcutta nel 1941.