E’
una sera come tante altre e sono sdraita sul letto. La giornata è stata
lunga ed agitata ma non sono abbastanza stanca da addormentarmi subito e mi
avvicino al comodino, prendo il blocco e la penna ed ho voglia di scrivere. Tocco
il mio corpo caldo
Vedo
il mio sorriso lieve
Sento
il mio cuore ansioso
Percepisco
la tua presenza
Ti
penso, anima mia
perchè
mi dai ogni giorno
la
certezza di essere.
Cerco
qualcuno
con
cui tu possa comunicare
perchè
mi traduca
quello
che da sempre provi a dirmi, così
finalmente potrò capirti
e
smetterò di farti del male.
Vorrei
tanto abbracciarti ed accarezzarti
ma
voli leggera come una piuma,
forse
se io smettessi di respirare
riusciresti
ad adagiarti su di me.
Chi
ti ha vista mi ha detto che sei
fantastica
meravigliosa
e speciale,
sensibile
e generosa
anche
se testarda,
morbida
aromatica
e dolcissima.
Voglio
credere che tu sia
proprio così. Mi
sento meglio, il senso di solitudine che mi si era appiccicato addosso è
svanito lasciando il posto a un leggero formicolio su tutto il corpo, nelle
mani soprattutto. Mi sento come una batteria sotto carica. Mi sento bene e
ho voglia di dormire. Spengo la luce. Il sonno non tarda molto a prendermi e
nel brevissimo momento in cui riesco a percepire il suo arrivo vedo in modo
confuso, tra fantasia e realtà, il
sogno che stò per fare. Provo
una sensazione bellissima. Come in un cinema vedo il buio improvviso, poi
sento le dolci note di Only time di Enya e appare, prima in modo sfuocato e
poi nella nitidezza di uno
splendido cielo azzuro come quello dopo un temporale, una farfalla dai
colori intensi ma trasparenti dipinta su un grande aquilone. E’
un aquilone fortunato perché un vento lieve lo ha accompagnato nel suo volo
e dolcemente lo adagia su una bellissima spiaggia. Sulla spiaggia
l'aquilone incontra una conchiglia triste
e sola perché ascoltandola all'orecchio non si sente più il rumore del
mare. La conchiglia, spinta dalla corrente della risacca, le si avvicinò e
come abbagliata dai suoi splendidi colori e gli chiese: < Guariscimi,
sono una conchiglia che ha perso il suono del mare dentro di sé>> e
si fece vicina vicina al centro dell’aquilone dove s’incrociano le
stecche e gli disse: <<Senti nulla?>>. Come d’incanto il
rumore del mare tornò dentro la conchiglia e l’aquilone risponse:
<<Siiiii!! Sento il mare in te e l’amore che si muove come la
risacca che ti ha portato fino a me>>. <<Sei
stupendo, mi hai guarita, pensavo che il rumore del mare non avrebbe mai più
fatto eco nella mia piccola calotta, mi sentivo inaridita, pensavo che
avrebbe regnato per sempre dentro di me il silenzio dell'anima e dell'amore
e invece tu hai saputo risvegliare il dolce rumore sommesso che l'acqua del
nostro grande padre mare lascia come traccia indelebile e dolce dentro ad
ognuna di noi conchiglie, te ne sarò grata per la vita!>> <<
Ma io non ho fatto nessuna fatica, ho solo accostato il mio orecchio
interiore a te..l'importante è saper ascoltare..pochi ci riescono..Comunque
mi sembri una conchiglia un pò triste e smarrita..come mai avevi perso il
tuo rumore del mare?>> La
conchiglia dopo un breve silenzio disse: <<E' una lunga storia, e
dolorosa, un giorno te la racconterò..ma ora dobbiamo riposare..vedi? ormai
il tramonto è avanzato e la risacca mi ha sfiancato..riesci a trascinarmi
un pò dentro all'acqua? Mi adagierò sul fondo qui vicino e finalmente
riposerò. Ma prima dimmi il tuo nome, non so nulla di te..>> "Mi
chiamo Aquy, ma se metti una c prima della q il nome ricorda l'acqua…..aquy
è aquilone ma anche acqua e pure aquila..il volo e il mare, le cose che
preferisco..>> <<Io
invece sono Shelly, vengo da una terra lontana dove Shell significa
conchiglia e se pronunci il mio nome ti sembra di vedermi scivolar via tra
le onde..>> <<Bellissimo,
vero. Ora ti metto a dormire e cerco riparo nella foresta per la notte>>
e con la sua coda l'aquilone
spinse dolcemente la conchiglia verso il fondo del mare..lei fu accolta
dall'acqua e si adagiò tranquilla sulla sabbia morbida. Aquy
era ancora bagnato ma doveva sfruttare al massimo la brezza che stava
salendo nella sera per arrivare fino alla boscaglia che confinava con la
spiaggia. Si mosse e contorse più che potè e alla fine riuscì a farsi
trasportare fino ai primi alberi..si posò esausto sull'erbetta ai piedi dei
grandi tronchi e il sonno lo prese profondo. E’
mattina, Aquy giace ancora addormentato. Stà sognando di volare senza alcun
filo e accompagnato da un vento lieve come quello che lo ha condotto su
quella spiaggia . Una sensazione di leggerezza
e spensieratezza regna dentro di lui ed è con questa piacevole e nuova sensazione che Aquy si sveglia, accarezzato
dal calore del sole che sembra
sorridergli. Rimane fermo a godersi quella pace esteriore ed interiore come
racchiuso da una cupola di cristallo. Pian
piano il canto degli uccelli, il vento e il rumore del mare penetrano
dolcemente in lui. Improvvisamente si sente prendere da una forte emozione
….il rumore del mare….la conchiglia….Shelly!!! Shelly
era lì che si lasciava sfiorare dalle onde e guardava Aquy avanzare e lo
accolse con un sorriso. S.
– Ciao, ti stavo aspettando… A.
– Avevo paura di non ritrovarti S.
– Il vento ed il mare di questa notte sono stati nostri complici, ci hanno
concesso ancora tempo per stare insieme.
Un soffio di vento spinse Aquy vicino a Shelly e li avvolse come per
rassicurarli ed incoraggiarli. T.
– Siamo arrivati. Si dice che chi si specchia in quest’acqua può vedere
riflessa la propria anima Vi lascio qui, tornerò a prendervi prima del tramonto. Aquy
e Shelly erano rimasti senza parole. Guardavano quell’acqua luminosa con
grande attrazione e paura. Shelly guardò Aquy e gli chiese: S.
– Ma tu chi sei? Aquy
ripercorse con la mente il suo viaggio e si ritrovò alla partenza, quando la
donna era uscita di casa con in
mano l’aquilone del figlio ed
era salita nel punto più alto della collina per farlo volare. A.
– Io credo di essere una donna in cerca di se stessa. E tu chi sei? S
- Potrei essere quello che stai
cercando..potrei essere la tua anima, la custode dei tuoi desideri, il nido
dove far svanire le tue angosce, l'approdo per la tua felicità..o potrei
essere semplicemente una conchiglia che ha recuperato il rumore del mare
grazie a te..dipende da te.. A
- E se andassimo a specchiarci nell'acqua di questa insenatura? Forse
qualcosa potremmo capirlo, da come ci ha detto la tartaruga.. S
- Potrebbe essere
un'idea..riesci a caricarmi e a scendere fin laggiù? A
- Certo, sali..ora sono ben
asciutto e il venticello è buono..ci porterà fino alla spiaggia. Aquy
caricò Shelly e la brezzolina fresca del mattino li prese subito, facendoli
vibrare nell'aria I
due si specchiarono nell'acqua azzurra dall'alto di un piccola roccia che
confinava con la sabbia della spiaggia..Shelly era ancora sopra Aquy e le loro
immagini erano una sull'altra.. S
- Guardiamo intensamente lì
nell'azzurro marino, vediamo cosa succede.. A
- Ma Shelly, Shelly..io non vedo
quasi più la mia immagine, è confusa con la tua, guarda, da due è
diventata una sola.. S
- Come ti avevo detto, forse
sono quello che stai cercando... A
– Ma se tu sei quella che dici allora posso davvero osservare ed
accarezzare la mia anima!!! Stò provando un’emozione fortissima…… S
– La sento, ti sento vibrare, non aver paura….. pensa alla pace ed al
piacere che potrai provare quando l’amore ci congiungerà, quando la
solitudine non sarà più solitudine perché il cuore e l’anima saranno
sempre insieme. Questa tua irrequietudine, questo tuo vagabondare, questa
continua ricerca, questi tuoi voli imprevedibili, queste ascese velocissime e
traiettorie impercettibili dove pensi che possano portarti? A
– Non lo so, forse tu me lo puoi dire! S
– Mi ricordo Aquy quel tuo incontro importante al mare. Vedevo nei tuoi
occhi la dolcezza, vedevo nelle tue labbra l’incertezza, sentivo nel tuo
cuore il desiderio di volare e solo quando mi hai permesso di suggerirti le
parole e mi hai lasciato guidare la tua mano in una tenera carezza è potuto
arrivare ad entrambi il calore di quel gesto e di quell’abbraccio. Solo
quando tu ti sei lasciato andare alla mia volontà hai raggiunto la serenità.
E’ stato uno dei pochi momenti in cui il nostro contatto è stato profondo
e totale. A
– Si, ho raggiunto la serenità e la pace, mi sentivo leggero e felice per
aver fatto ciò che mi faceva sentire bene, per aver pensato a me
soltanto….o forse a te soltanto. S
– Aquy, ci dobbiamo concedere reciprocamente e totalmente, solo così
potremo essere una cosa sola. A
– Ma io non ti sento, non ti vedo, non so cosa vuoi ….. sei soffice e
leggera come una piuma che volteggia nell’aria e non si lascia prendere. S
– Potrai possedere quella piuma e rompere la solitudine solo quando il tuo
amore sarà tanto grande da tenerla sul palmo della tua mano senza stringere
il pugno. A
– Si ….deve essere una sensazione bellissima poterlo fare …. S
– Aquy, la sera prima di addormentarti, quando la ragione abbandona il tuo
corpo e la fantasia ti invade la mente, io posso godermi la tua dolcezza e i
tuoi pensieri mi accarezzano e mi coccolano teneramente. In quei momenti stò
bene con te e io piuma mi poso sulla tua mano e mi lascio cullare dal tuo
respiro. Odio il sonno perché ti porta via da me. A
– Shelly, ma come ho potuto volare tutto questo tempo senza accorgermi
della tua presenza? Sei così bella e meravigliosa!!!! S
– Sono meravigliosa perché tu lo sei. Aquy
e Shelly erano consapevoli della magia di quel momento. Fissarono quell’unica
immagine riflessa nell’acqua e
videro per un attimo un volto di donna sorridente ed anche loro sorrisero. Era
ormai tardi e la tartaruga tornò a prenderli. Il viaggio di ritorno fu
silenzioso e Shelly guardava Aquy e leggeva nel suo sguardo la confusione che
si era creata in lui. Aquy stava cercando nei suoi ricordi i momenti pù belli,
più brutti, più difficili o più importanti e aveva tanta voglia di chiedere
a Shelly dov’era lei in quei
momenti. Quella
notte Aquy faticò ad addormentarsi; dopo la scoperta meravigliosa che aveva
fatto quel giorno, ora subentrava di nuovo la sua solita inquietudine..ma
davvero Shelly era la sua anima? E perchè era stata silenziosa per tutto quel
tempo della sua vita? E
come avrebbe fatto a tenere la piuma sul palmo della mano senza farsela
sfuggire? Il
sogno di quella notte fu davvero strano..sentiva come una forza misteriosa che
lo spingeva verso un grande albero dentro alla foresta ai limiti della
spiaggia..lui non poteva trattenersi, il vento che lo trascinava là era
impetuoso e soffiava solo per sospingere avanti lui. Quando
arrivò vicino al tronco massiccio, si accorse che vi era incisa a grandi
lettere una frase, tutta a spirale, lungo la rotondità del fusto. C'era
semioscurità e distingueva a fatica le lettere, cominciò a leggere:
"I-l b-i-s-o-g-n-o
S
- Non dirmelo, sono la tua
anima, lo so bene.. Aquy
si alzò dritto sul suo filo spinto dalla brezzolina del mare vicino e fissò
inquieto Shelly.. S
- Fidati di noi, vieni, sali su. Aquy
obbedì, anche se percepiva quest'atmosfera sospesa e strana, era a disagio ma
inconsciamente Dopo
pochi passi, di colpo si trovarono davanti a un albero enorme, sembrava regnare
sovrano su tutti gli altri
vegetali attorno. E sul tronco era inciso qualcosa.. Aquy
ebbe un lampo..il sogno, la scritta..ora potrò leggerla e capire..Si
avvicinarono.. Aquy
caracollò sotto al tronco e lesse: "Il
bisogno inespresso dalla vita e dalla terra mai concesso al fin libero salpa
nell'ignoto per cercare e trovare" E
capì, o almeno credette di capire, finalmente, cosa cercava. Aquy
alzò lo sguardo al cielo, i rami del grande albero si muovevano come braccia
in uno stadio, le foglie sembravano tanti occhi che guardavano, i pezzi di
cielo sembravano riflettori puntati su di lui. Che
cos’era quella sensazione che sentiva? Era come essere al centro di una
pedana con una prova di sollevamento pesi da superare…… il peso lo stava
sfinendo ed avrebbe potuto schiacciarlo ma tutti lo incitavano, era al centro
dell’attenzione… si, lui era il centro. Tutto iniziò a girargli intorno e
come dentro ad un vortice Aquy si sentì prima come risucchiato dalla terra e
poi d’improvviso sollevato in aria come
se il suo corpo non avesse peso. In
realtà Aquy non si era mosso da accanto a Shelly che ora lo chiamava: S
– Aquy, tutto bene? Come ti senti? A
– E’ incredibile, stavo per essere schiacciato quando tutto intorno mi ha
mandato energia e mi ha strappato dal vortice e mi ha fatto volare via. S
- Si, lo so…. Cosa hai capito? A
– Ho capito che devo cercare e trovare il centro di me steso e tenerlo alto
su un piedistallo, puntargli addosso i riflettori dei miei occhi e non
lasciarlo mai e così l’energia convoglierà verso di lui e potrò
sopportare qualsiasi peso. Aquy
si interrompe e con lui si fermò anche il vento e tutto restò in silenzio.
Shelly sorrise e Aquy riprese: A
– Ora lo so, il mio centro è la mia anima, sei tu Shelly!!! Tu sei ciò
che di più nobile e puro è in me. Tu sei perfettamente intatta perché
tutti possono solo osservarti passare ma non possono toccarti, modificarti o
romperti! S
– Si Aquy è proprio così. Shelly
fece una pausa, si avvicinò ancora di più all’aquilone sfiorandolo come per
avvertirlo di quello che stava per dire. S
– La tua anima è il tuo centro, io sono la tua anima e ….il mio corpo è
la tua ombra. Aquy
rimase sbalordito da questa nuova rivelazione: la sua ombra era la sua
anima!!!!!!! Era
confuso e senza parole. Non aveva mai pensato alla sua ombra fino a quel
momento. O
forse si!! Ricordava le sue passeggiate notturne quando la luna era abbastanza
luminosa da permettergli di uscire la sera per osservare dall’alto della sua
collina le luci della pianura e delle colline vicine. Quei suoi momenti di
solitudine erano fantastici, lo facevano sentire padrone del mondo e riusciva a
fare dei voli grandiosi e in quel profondo silenzio provava ogni volta
un’emozione diversa. Ciò che lo riportava a terra era il lieve timore che
aveva della sua ombra, una misteriosa presenza che all’improvviso sembrava
seguirlo, poi lasciarlo e poi seguirlo di nuovo. Ora
Aquy si chiedeva se in quei momenti sapere
di Shelly avrebbe cambiato le cose. Probabilmente i suoi voli sarebbero rimasti
gli stessi ma sicuramente non ci sarebbe stato bisogno di nessuna spiegazione
a qui voli, quei perché che il giorno dopo lo rendevano malinconico. Shelly
lasciò che i pensieri di Aquy scivolassero via pian piano e poi gli disse: S
– Hai ancora molte cose da capire. A
- Si, ma ne ho molta paura S
- Non devi, e se hai fiducia in
me, ti darò la forza per vincere te stesso e fondare un nuovo Aquy, più
consapevole e sicuro di sè. A
- Dici che sapendo di te in me volerò sempre più in alto senza cadere mai? S
- Penso di si, anzi ne sono certa. Ora devo portarti a vedere qualcosa,
caricami su di te, voliamo fuori dalla foresta. Aquy
fece quel che gli chiedeva Shelly anche se dentro di sè era ancora confuso e
faticava a mettere insieme i pezzi del puzzle che avrebbero formato un se'
stesso nuovo. I
due volarono fino alla spiaggia e da lì Shelly lo indirizzò verso un'alta
scogliera vicina sopra alla quale volavano molti gabbiani. Si posarono sul
prato che ricopriva la sommità del promontorio e guardarono il cielo. S
- Ecco Aquy, vedi quello stormo di gabbiani? A
- Si, pare che a volte formi delle figure... S
- O delle lettere..osserva bene.. A
- Si, beh...quello per es. sembra una ... S
- Una?... A
- Una V, si la lettera V S
- Bravo! V che significa allora
per te? A
- Ma non so.. S
- Ma non capisci? Significa che Vali, che devi renderti conto di Valere, di
vincere le tue insicurezze, di vincere te stesso, è Valere, è Vittoria, è
Valore. E io sono il cuore del tuo Valore, quando ti sarai reso conto del
tutto di me, potrai dire di Valere; e potrai possedere quella V che è anche
Volo..allora si che i tuoi Voli acquisiranno vero valore.. A - Mamma mia quante V, mi stai stordendo!.. Shelly
e Aquy risero di gusto, ma intanto dentro ad Aquy cominciava
a farsi strada la comprensione di sè e la consapevolezza del valore della sua
anima.. Non l'avrebbe mai
più mortificata col dubbio, la paura, l'inquietudine….con lei doveva essere
sicuro e sereno, avrebbe volato come quei gabbiani senza più timore della sua
ombra. Aquy
guardava i gabbiani ed ascoltava il loro grido. Quante
volte anche lui aveva sentito, durante i suoi voli, il grido del suo cuore
felice ed era come ascoltare una musica soave mentre il vento ti sfiora e ti
accarezza appena dando a tutto il corpo una specie di ebbrezza. Il ritorno a
terra dopo quei voli lasciava un senso di soddisfazione e di sfinitezza ed ogni
volta Aquy si addormentava con un lieve sorriso. Solo
ora si rendeva conto, e ne era certo, che quei voli erano incontri d’amore,
dove il suo corpo si fondeva con la sua anima, dove i suoi sensi venivano
scossi profondamente procurandogli un piacere enorme che lo sfiniva. Shelly
lo osservava con dolcezza, in silenzio, ed era felice di vederlo finalmente
cosciente di tutto questo e disse: S
– Voglio che sia sempre così, voglio sentirti vibrare di desiderio, voglio
sentirti fremere di piacere, voglio sentirti gridare di felicità. A
– Anche io lo vorrei ma è così difficile a volte spiccare il volo e
raggiungerti!! Non trovo la forza, sono come un aereo senza carburante S-
Sono io il tuo aereo che ti porta lontano ed è importante che tu capisca che
il carburante di cui mi alimento non è né il passato né il futuro, ma è
il presente. Quando saprai arrivare da me spogliato
dei piaceri, dei dolori, delle paure e delle angosce del passato e per
il futuro allora niente potrà impedirci di partire, lasciarci andare e
unirci per renderti felice. Vivi Aquy….. vivi il momento! Aquy
ripeteva quella frase “vivi il momento” ed era come dire “cogli
l’attimo”. In quella apparente confusione si faceva sempre più nitida la
certezza di aver trovato la cosa più preziosa che poteva esistere:
l’amore per la sua anima, l’amore per se stesso. Lo
invase una forte emozione ed un grande desiderio di stringere a se Shelly per
guardarla ed accarezzarla teneramente, per ballare con lei il tantra del cuore,
per chiudere gli occhi e sentire il suo respiro, per sussurrarle il suo amore. S
- Aquy so a cosa stai pensando, è così che devi fare, bravo, continua..e ti
insegnerò io a ballare il tantra del cuore. A
- Ma qual’ è questo tantra? S
- Eccolo qui, sta per risuonare dentro di te, sei pronto ad accoglierlo? A
- Si, credo di si. Aquy
si concentrò su di sé, tutte le sue emozioni e i suoi pensieri avevano preso
a girare in circolo, come un girotondo senza fine, un dolcissimo gorgo che
girava e girava e lo coinvolgeva sempre più..e mentre l’armonia tra sé e la
sua anima si faceva sempre più avvolgente e perfetta cominciò a sentire una
voce che usciva dal centro del gorgo e diceva..
Affronta affronta affronta non
rimuovere affronta affronta affronta affronta affronta affronta affronta affronta affronta affronta affronta affronta
E
in pochi attimi di colpo percepì come in una vampata di piacere totale quello
che il tantra alla fine diceva..la felicità. Un
suono metallico, fastidioso, insistente mi sveglia e il sogno svanisce. Mi
passo le dita fra i capelli e mi sembra di sentire il profumo del mare. Il
blocco e la penna sul comodino attirano la mia attenzione, forse mi stavano
aspettando, e mi metto a scrivere di nuovo. Inquieta
tremolante anima (a
quattro mani Giulia e Serenella)
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